L'evento nella notte
tra sabato 1 e domenica 2 giugno è stato una prima assoluta per l'Italia, un
incontro di spiritualità legato all'esperienza comunitaria e all'accoglienza,
un'occasione per accendere una luce sui Santuari che sono rimasti aperti fino a
tarda notte. Nella nostra Messina l'iniziativa ne ha visti partecipi cinque tra
cui S. Maria del Carmine.
La sera del sabato,
alle 21,30 la comunità parrocchiale, guidata dal parroco don Gianfranco
Centorrino e accompagnata da un buon numero di componenti della Fraternita del
TOC, si è radunata sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo dove, insieme a
quella del Santuario di S. Antonio, guidata dal rettore padre Mario Magro, ha partecipato
alla benedizione del fuoco.
Dopo aver acceso le
proprie candele, le due comunità, in due distinte processioni, si sono avviate
ognuna verso il proprio Santuario.
Il TOC, nella persona
della priora Adriana Impalà, ha avuto il privilegio di portare la lampada
accesa, simboleggiante Cristo, fino all'ingresso del Santuario dove è rimasta
tutta la notte.
Prima di aprire la
porta, il Parroco ha pregato con queste parole: «O Padre, dona ai tuoi fedeli
che varcano questa porta di essere accolti alla tua presenza e di sperimentare
Te attraverso la luce del tuo Figlio».
All'interno poi, si è
svolta una visita guidata alla cantoria e una mostra sull'organo Tamburini,
seguite dalla conferenza-concerto a cura del coro polifonico “Luca Marenzio” e
dei relatori dott. Franz Riccobono e dott. Marco Grassi, ai quali è stata
consegnata una targa ricordo.
L'Adorazione
Eucaristica, animata dal coro parrocchiale “Luigi Lazzaro”, ha concluso
l'incontro.
M.Cacopardi - T.O.C. Messina
MESSINA. RITIRO
SPIRITUALE A CONCLUSIONE DELL’ANNO PASTORALE
Nella splendida cornice del seminario arcivescovile di Messina,
durante il ritiro spirituale tenuto mercoledì 12 giugno, la nostra Fraternita
ha concluso l'anno sociale 2018/2019 accompagnata dell'assistente spirituale,
don Gianfranco Centorrino.
Ha guidato tutta la giornata, con una catechesi sulle beatitudini
lette in chiave carmelitana, don Fosco Nicoletti, assistente spiritualedel seminario.
L’assistente don Gianfranco, ha celebrato il rito di ammissione al
noviziato di due consorelle: Cristina Albertini e Francesca Ruggeri, entrambi
felici di entrare a far parte della grande famiglia carmelitana.
Dopo la S.Messa ci siamo riuniti a condividere il pranzo e, di
seguito, abbiamo visitato il museo diocesano, dove sono raccolte antiche opere
d'arte.
A conclusione della giornata, ci siamo salutati con la promessa di
seguire il nostro cammino con sempre maggiore entusiasmo ed impegno.
BIANCAVILLA (CT).
PROFESSIONE TEMPORANEA NEL TERZ’ORDINE
Il 19 giugno 2019, dopo anni di cammino, in un clima di gioia e di
festa, la realtà di Biancavilla, con la grazia del Signore, ha realizzato il suo
“grande sogno”: la professione nel Terz’Ordine Carmelitano. Diciotto fedeli,
tra uomini e donne, hanno emesso la loro prima professione nelle mani di fr.
Vincenzo Boschetto, assistente zonale della Sicilia orientale.
Presenti alcune terziarie di S. Maria
di Licodia (CT) e alcune di Acirealeinsieme al Vicepresidente zonale
Mario Pavone e il Presidente Provinciale Michele Bonanno, il quale ha portato i
saluti dell’Assistente provinciale p. Antonino Mascali.
Ha presieduto l’Eucarestia p. Francesco Collodoro, che per un lungo
periodo ha curato il gruppo, insieme al parroco don Antonino Tomasello e don
Gianbattista Zappalà.
Durante l’omelia l’Assistente ha invitato a «saper dare gusto alle
cose che facciamo e diciamo in particolare nell’amore, nell’abitudine di stare
con Dio e nell’ascesi per essere veri testimoni della presenza di Dio nel mondo».
Ma non finisce qui. Il gruppo dei neo terziari è in attesa di poter
erigere a Biancavilla un Terz’Ordine. Ci auguriamo che presto anche questo
desiderio venga portato a termine. Attualmente faranno capo alla Fraternita di
S. Maria di Licodia (CT) la quale, nella persona della Presidente Franca
Indaco, ha dato gioiosamente il benvenuto nel Sodalizio per il bene della
Chiesa.
A tutti il nostro più grande augurio con la benedizione del Signore.
Il 24 aprile scorso la Fraternita di san Martino ai Monti di Roma è
stata allietata dalla professione temporanea della signora Carmelina Ciaccio.
Ha presieduto l'Eucarestia, durante la quale la consorella ha chiesto di poter
assumere pubblicamente l'impegno di vivere e testimoniare il Vangelo nella
Fraternita, secondo la Regola, l'assistente locale padre Carlo Cicconetti.
Alla cerimonia ha fatto seguito un felice momento di agape fraterna.
Alla consorella Carmelina e a tutta la Fraternita auguriamo una buona
prosecuzione di cammino sotto il manto della nostra sorella e madre Maria del
Carmelo.
Luciana Levato
INCONTRO DEI
PRESIDENTI DEL TOC DELLA SICILIA
Dal 25 al 26 Maggio si è tenuto un incontro, programmato da tempo, per
tutti i presidenti del TOC della Sicilia. Ci ha accolto la comunità dei frati
carmelitani di Barcellona Pozzo di Gotto.
Si è voluta fare questa prima esperienza per conoscere le realtà dei
vari sodalizi, condividere idee, esperienze, difficoltà e cercare nuove vie,
nuove strategie per migliorarci.
Non possiamo disconoscere che le nostre comunità, per evitare di
assopirsi nello spirito del Carmelo, hanno sempre bisogno di nuova linfa che le
rigeneri e dia loro nuovo slancio.
La risposta ad aderire a questa nuova iniziativa è stata scarsa, quasi
deludente; pochi hanno risposto a questa chiamata, e tra i presenti c’era anche
il Presidente Provinciale del TOC Michele Bonanno, e per tutti è stata
un’esperienza molto positiva. In questi pochi giorni abbiamo fatto un “bagno”
di spiritualità carmelitana, sperimentando il senso dell’accoglienza e della
fraternità.
Nel pomeriggio di sabato p. Aurelio Antista ci ha donato la sua
meditazione sulle “Beatitudini” facendo riferimento all’esortazione Apostolica
“Gaudete et exultate” di papa Francesco, evidenziando come tutti i suoi
documenti hanno una nota comune che è la “gioia” e che dovrà essere anche di
ogni cristiano. Ha sottolineato, ancora, come le “Beatitudini” non sono
un’ideologia, non sono un’utopia o una dottrina spirituale. Gesù le ha dette
per rivelare la sua esperienza umana sulla quale ha trovato la felicità. Lui le
ha vissute per primo e ha trovato in esse “gioia e pienezza di senso” per la
sua vita. Le propone a noi come stiledi
vita ea tutti i suoi discepoli.
Dopo le sagge parole di p. Aurelio, ci siamo riuniti per riflettere
sulla Parola ascoltata e condividere le risonanze che ha suscitato nella mente
e nel cuore. Abbiamo assunto, in questi pochi giorni di permanenza, lo stile di
vita dei frati, ritmato dal silenzio, dalla preghiera, dalla gestione dei vari
servizi e dalla condivisione dei pasti nella gioia.
La domenica, dopo la celebrazione dell’Eucarestia, i presidenti si
sono riuniti per un dialogo fraterno. In quel contesto sono state proposte
delle linee-guida per poter fare un cammino insieme. Diversi gli interventi
anche sulla celebrazione degli 800 anni del martirio di sant’Angelo di Licata.
Quest’ultimo sia l’occasione per riscoprire le radici del nostro Ordine. Per la
programmazione dettagliata del
nuovo anno, rivedremo insieme tutto quanto, al Congresso che si terrà
nel mese di Settembre a Pergusa.
Nella preghiera abbiamo ricordato gli assenti che non hanno potuto
godere di questa esperienza che speriamo poter ripetere. Ci siamo lasciati col
cuore pieno di gioia e anche con un po’ di commozione, ringraziando il Signore
e la nostra Vergine Maria che ci hanno guidato in questi giorni.
RICORDIAMO NELLA
PREGHIERA I NOSTRI DEFUNTI
Da Vetralla: Il
terziario della nostra Fraternita, Aldo Fiordalisi, è tornato alla Casa del
Padre. In tutti noi, che abbiamo pregato e trepidato per lui nei giorni di
sofferenza, ha lasciato un grande vuoto, ma anche un' autentica testimonianza
di fede vissuta nella famiglia, nella Parrocchia, nella Chiesa.
Riposi in pace!
Loredana Cecchini
Da Roma:
Ricordiamo il p.Bruno Secondin. In questi giorni in tanti abbiamo pregato per
lui riconoscendo la grave perdita per la Chiesa e per l’Ordine Carmelitano.
Lo ricordiamo qui come il servo buono e fedele, amante della Parola e
del Carmelo. Il Signore gli dia la giusta ricompensa. Riposi in pace!
CONOSCIAMO I NOSTRI
SANTI: BEATO ILARIONE JANUSZEWSKI, SACERDOTE E MARTIRE
P. Ilarione Januszewski nacque l'11 giungo 1907 a Krajenki (Polonia) e
fu dato il nome di Pawel. Fu educato cristianamente dai suoi genitori Martin e
Marianne. Dopo aver frequentato il collegio di Greblin (dove la sua famiglia
risiedeva dal 1915), continuò i suoi studi nell'Istituto di Suchary che
abbandonò più tardi per problemi economici familiari. Nel frattempo la sua
famiglia si trasferì a Cracovia, dove conseguì altri studi e nel 1927 entrò
nell'Ordine Carmelitano. Dopo aver compiuto il noviziato a Leopoli, il 30
dicembre 1928, emise la professione semplice. Alla fine degli studi filosofici
a Cracovia, fu inviato al Collegio Internazionale Sant'Alberto a Roma. Fu
ordinato sacerdote il 15 luglio 1934. Avendo ottenuto il lettorato in teologia
e il premio destinato agli studenti più bravi dell'Accademia Romana di S.
Tommaso, nel 1935 ritornò in Polonia nel convento di Cracovia.
Appena ritornato in Polonia venne nominato professore di Teologia
Dogmatica e della Storia della Chiesa nell'istituto della Provincia Polacca a
Cracovia. Il 1 novembre 1939, P. Eliseo Sánchez-Paredes, Provinciale, lo nominò
priore della comunità. A quel tempo, da poche settimane, la Polonia era
occupata dai tedeschi. Un anno dopo, gli invasori decretarono l'arresto di
numerosi religiosi e sacerdoti. Il 18 settembre 1940, dal Carmelo di Cracovia,
furono deportati dalla gestapo quattro frati. Nel mese di dicembre, all'arresto
di altri frati, P. Ilarione decise di consegnarsi in cambio di un frate più
anziano e malato. Da quel giorno incominciò il suo calvario. Venne inviato
nella prigione di Montelupi (Cracovia), nel campo di concentramento di
Sachsenchausen e nell'aprile 1941 nel campo di concentramento di Dachau. Là fu
un esempio di vita di preghiera, incoraggiando gli altri e suscitando fiducia
in un domani migliore. Insieme agli altri Carmelitani, fra i quali il beato
Tito Brandsma, si radunava spesso per la preghiera. Nel frattempo, nel campo di
concentramento, nella baracca 25, dilagava il tifo. Per assistere i malati si presentarono
alle autorità del campo 32 sacerdoti. Un paio di giorni dopo si associò
spontaneamente il P. Ilarione Januszewski. Il suo apostolato durò 21 giorni,
perché infettato dal tifo, morì il 25 marzo 1945, pochi giorni prima dalla
liberazione del campo di concentramento. Il suo corpo fu bruciato nel
crematorio campestre di Dachau.
P. Ilarione Januszewski è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 13
giugno 1999, durante il suo viaggio apostolico a Varsavia (Polonia). In questa
occasione il Papa ha beatificato 108 martiri polacchi della seconda guerra
mondiale, vittime della persecuzione nazista.
O Dio, onnipotente ed eterno, che al tuo beato martire Ilario hai dato
la forza di sostenere fino all’ultimo la pacifica battaglia della fede, concedi
anche a noi di affrontare, per tuo amore, ogni avversità, e di camminare con
entusiasmo incontro a te, che sei la vera vita. Per Cristo nostro Signore. Amen.
CAPPELLANIA
OSPEDALIERA “S.PERTINI”
In allegato, “Il Quadrifoglio”, notiziario della Cappellania
Ospedaliera del Pertini di Roma. Per chi fosse interessato, prenda visione e se
si trova nelle vicinanze può prendere parte alle varie iniziative. per aprire e scaricare "Il quadrifoglio", cliccare sul pulsante sottostante
Trascorso il mese di maggio consacrato a Maria, l’imitazione di Lei
continui ad essere il nostro impegno.
Il Mistero della Chiesa, messo in nuova luce dal Concilio Vaticano II,
non può essere compreso, se non dirigiamo la nostra attenzione a quell’eterno
amore del Verbo Incarnato, di cui è splendido simbolo il suo Cuore trafitto. La
Chiesa infatti è uscita dal Cuore del Redentore e da lì essa riceve alimento.
È dunque una spiritualità, che riassume il mistero della Chiesa, nata
dal Cuore del Figlio di Dio, e il mistero essenziale del Cristo, cioè il
mistero pasquale; è insomma la professione pratica di tutto il cristianesimo,
giacché, in sostanza la devozione al Cuore di Gesù non è che il culto
dell’amore che Dio ha per noi in Cristo ed è insieme la pratica del nostro
amore verso Dio e verso gli uomini.
RETI SOCIALI: COMUNITÀ
UMANE?
Molti di noi hanno un computer perché piace navigare in internet.
Qualcuno usa un buon smartphone o un iphone per farlo oppure un tablet. A molti
piace avere una rete sociale come Facebook. Purtroppo appare una moda averlo,
quasi come la chat di whatsapp un'applicazione di messaggistica istantanea appartenente
al gruppo Facebook Inc.
Fare uso dei social è una cosa buona se si usano con scienza e
coscienza. In questi ultimi mesi, molti dei nostri terziari sono stati
richiamati all’uso sano di Facebook e non come un luogo di pettegolezzo dove il
diavolo opera nella falsità e nella divisione.
La giornata sulle comunicazioni sociali che abbiamo celebrato il 2
giugno, ci ha portato a investire sulle relazioni. Il Papa ci ha guidato con un
suo messaggio attraverso questo slogan: «“Siamo membra gli uni degli altri” (Ef
4,25). Dalle social network communities alla comunità umana», uno slogan che ci
permette di scoprire il lato positivo dei social. Infatti, “la comunità come
rete solidale richiede l’ascolto reciproco e il dialogo, basato sull’uso
responsabile del linguaggio”.
Certamente i social non sono in automatico delle comunità, in
particolare quando deturpano, sfregiano la comunità; quando l’identità si fonda
sulla contrapposizione nei confronti dell’altro, su ciò che divide, anziché su
ciò che unisce; quando incoraggia l’autoisolamento, l’individualismo sfrenato,
fomentando spirali di odio o alimentando identità disumane fino ad arrivare al
cyberbullismo etc.
Urge l’urgenza di recuperare quella responsabilità verso gli altri
anche quando siamo in rete online! Il messaggio per la Giornata delle
Comunicazioni Sociali 2019, ci chiede di rafforzare i nostri legami, passando
da relazioni che si possono cancellare con un clic alla bellezza di costruire
comunità di vita vere, nella continua imitazione di Dio: comunità perfetta di
amore.
Licata,
Ricorrenza della sepoltura di S. Angelo martire carmelitano
Il 5 maggio scorso, presso il Santuario Diocesano di Sant’Angelo di
Licata, durante la concelebrazione eucaristica della solennità del patrono
della città, Sant’Angelo martire carmelitano, il M.R.P. Roberto Toni O. carm, Priore
Provinciale della Provincia Italiana, unitamente, al M.R.P. Joseph Saliba
O.car., Priore Provinciale della Provincia di Malta,a Don Gerlando Montana Lampo, Vicario Foraneo
di Licata in qualità di rappresentante del Vescovo della Diocesi di
Agrigento S.E. Card. Francesco Montenegro, e tutto il Clero
concelebrante, hanno dato avvio all’anno di preparazione dell’VIII centenario
del martirio del Santo Patrono di Licata.
Durante la cerimonia, la Dott.ssa Giovanna Brizi, Postulatrice
Generale dell’Ordine Carmelitano e, l’Ing. Giacomo Vedda, ideatore del logo da
utilizzare per l’VIII centenario del martirio del santo, hanno consegnato, come
gesto simbolico, due arazzi da esporre ad indicazione del Giubileo Carmelitano,
uno destinato al Sindaco ed al parroco della Chiesa parrocchiale di Sant’Angelo
Muxaro, l’altro,al Sindaco e al Rettore
del Santuario di Sant’Angelo di Licata. Gesto simbolico ma denso di significato
per l’Ordine Carmelitano che si appresta a festeggiare la figura di uno dei
Padri del Carmelo, e nello stesso tempo a riscoprire le proprie origini in
virtù del prossimo Giubileo Carmelitano.
All’avvenimento, oltre ad essere presenti le massime autorità civili e
militari della città di Licata e di Sant’Angelo Muxaro, erano presenti, su
invito del Terz’Ordine Carmelitano locale anche le delegazioni delle
Confraternite religiose cittadine, nonché le associazioni culturali devote al
santo patrono e protagoniste della processione dello stesso per le vie della
città.
Significativo e denso di spirito fraterno è stato il momento di
aggregazione con il quale l’Ordine Carmelitano rappresentato dai Priori
Provinciali di Italia e Malta, unitamente al Terz’Ordine Carmelitano di Licata,
hanno potuto condividere, momenti di preghiera e unità spirituale, attraverso
la celebrazione dei “Vespri solenni” del quattro maggio, la solennità del
cinque culminata con la processione dell’Urna per le vie cittadine accompagnata
dai Frati, dal Clero, dalla Postulatrice dell’Ordine, dal Terz’Ordine
Carmelitano e dalle autorità civili e militari, ed inoltre il momento
conclusivo dei festeggiamenti religiosi del sei, con il Te Deum di
ringraziamento e la riposizione del Santo nella propria Cappella.
A conclusione della festività religiosa e civile ci si proietta
adesso, al prossimo Giubileo Carmelitano indetto da S.E. Card. Francesco
Montenegro, arcivescovo di Agrigento per l’anno 2020 – 2021, che vede come
protagonisti principali, i carmelitani di tutto il mondo ricongiungersi,
insieme a tutti i fedeli e i devoti del Carmelo,alla figura di uno dei primi martiri
dell’Ordine Carmelitano, con la speranza che non sia un punto di arrivo ma un
punto di partenza per quanti vogliano riscoprire la virtù principale
dell’Ordine, quale, il vivere in “Ossequio a Gesù Cristo”.
Giuseppe Caci
S. FELICE DEL BENACO, 25/26
MAGGIO,RITIRO SPIRITUALE FRATERNITE
ZONA NORD
Nell’amena e suggestiva cornice del Lago di Garda – sulla sponda
bresciana del Benaco – e più precisamente a S. Felice, sorge uno dei più bei
santuari carmelitani d’Italia.
Nei suoi pressi una Casa di accoglienza ha offerto ai terziari,
provenienti da alcuni sodalizi dell’ E/R, l’ospitalità per una due giorni di
ritiro spirituale, vissuto all’insegna della comunione fraterna e del desiderio
di accrescere la propria formazione interiore.
Guidati dall’Assistente zonale, Padre Alberto de’ Giuli, dalla
Vicepresidente provinciale, Anna Cappi, e dalla Moderatrice zonale, Sara
Fiorenza, dopo essere partititutti
assieme da Bologna, i terziari hanno potuto godere dei gradevoli e luminosi
ambienti che si affacciano sia sugli antichi chiostri e sulle logge affrescate,
che sulle verdi sponde - digradanti verso il lago – gustando il silenzio e il
raccoglimento di un luogo davvero unico.
Il programma concordato prevedeva sia momenti di preghiera comune
(recita del S. Rosario) che liturgica, attraverso la partecipazione alle Sante
Messe che si celebrano nell’antico Santuario del XV secolo, sia momenti di
riflessione personale e meditazione guidata.
Due i temi principali attorno a cui si è incentrata la catechesi dell’
Assistente: la spiritualità di S. Maria Maddalena de’ Pazzi, di cui proprio il
25 maggio la Chiesa celebra la memoria, e – come proposto dalla scheda del mese
– la figura della Vergine Maria, quale giovane donna attenta all’ascolto di Dio
e della sua parola.
Nel corso dei momenti formativi i presenti hanno avuto modo di
confrontarsi fra loro e con Padre Alberto, per cogliere a pieno quanto veniva
proposto. E se da un lato è emersa ancora una volta la grandezza e la
profondità spirituale di una delle più celebri figure del Carmelo, a cui ( vale
la pena di sottolinearlo) è intitolata la zona del Centro-Nord, d’altro canto
l’approfondimento di una delle più note pagine del Vangelo di Luca (Lc 1,26-38)
permetteva di cogliere la bellezza e l’integrità spirituale della giovane
Maria, la piena di Grazia (Miriam = “amata da Dio”), capace di accogliere con
quel suo “sì”, pronunciato con umiltà e fede esemplari, il nuovo, straordinario
e inaudito, progetto di vita, che Dio le stava affidando.
Nel tardo pomeriggio di domenica, tutti i terziari, rinfrancati da
questi momenti di spiritualità condivisa, sono rientrati nelle proprie
rispettive città, grati al Signore e alla B.V. del Carmine, portando con sé non
solo il ricordo dei bei momenti trascorsi assieme, ma anche l’affetto dei
confratelli e delle consorelle di S. Felice con cui avevano avuto la
possibilità di vivere questi momenti di crescita interiore, uniti dal comune
carisma carmelitano.
SCHEDA VERSO LA SANTA
MONTAGNA: IL DISCEPOLO CHE GESÙ AMAVA
In questo mese di giugno ci soffermiamo sul “discepolo amato” da Gesù.
Non voglio subito identificarlo, perché credo che l’identificazione non spetta
all’esegeta, al biblista ma al cuore del discepolo.
Sì, ognuno può essere il
discepolo amato da Gesù. Dipende solo dal tipo di relazione, da come poggio il
mio cuore sul Suo Cuore.